Mondrian dress e la collezione Yves Saint Laurent autunno-inverno 1965/66

L’abito Mondrian – o Mondrian dress – è una delle creazioni più celebri di Yves Saint Laurent e rappresenta uno dei momenti in cui moda e arte riesco a fondersi alla perfezione.

Yves Saint Laurent è stato fin da ragazzo amante del bello e durante tutta la sua vita ha costruito una collezione di arte design e arredo ricchissima insieme al compagno e socio Pierre Bergès. L’arte ha sempre attirato la sua curiosità e la sua ispirazione tanto che alcuni grandi artisti hanno ispirato direttamente o indirettamente le sue collezioni: tra gli altri Pablo Picasso, Henri Matisse, Andy Warhol, Tom Wesselmann e il pittore olandese Piet Mondrian che, con la purezza del suo stile, ispira la collezione YSL Autunno Inverno 1965/1966 a cui è dedicato questo articolo.

La collezione Yves Saint Laurent FW 1965/66

La collezione Mondrian, che la stampa dell’epoca definì “rivoluzionaria” è un momento di pura avanguardia che nasce da molteplici influenze. In realtà erano solo sei gli abiti direttamente ispirati a Mondrian ma colpirono così tanto l’immaginario che venne subito nominata “Collezione Mondrian” e ancora oggi viene ricordata così.

Yves Saint Laurent disegna una collezione che pone le basi per una nuova estetica sofisticata, tutta giocata sulla geometria delle linee e sulla semplicità del taglio. La sfilata comprende anche abiti ispirati ad altri artisti, come Serge Poliakoff e Kazimir Malevich, abiti e completi da giorno, vestiti da cocktail e lunghi abiti da sera e si conclude con un sorprendente abito da sposa interamente lavorato all’uncinetto.

Il successo della collezione fu tale da rendere ancora più celebre Mondrian e la corrente modernista del neoplasticismo, e contribuì ad aumentarne le quotazioni. Contribuì anche a convincere il giovane Yves, che all’epoca aveva solo 29 anni, ad aprire nel 1966 la sua boutique sulla Rive Gauche e a creare l’omonima linea di pret-à-porter.

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L’abito Mondrian

I sei abiti di punta della collezione si ispirano all’equilibrio e alla purezza della pittura di Mondrian, alle linee essenziali ma espressive delle sue griglie. Come la pittura di Mondrian appare semplice e minimalista così l’abito di YSL sembra rappresentarne l’evoluzione in tre dimensioni.

Osservando l’abito si nota la forma semplice ma rigorosa: un vestito a trapezio dritto, senza maniche costruito con linee nere e blocchi geometrici colorblock di colori primari, rosso, giallo e blu su sfondo bianco, direttamente ispirate all’opera di Mondrian. In realtà sotto questa apparente semplicità si nasconde una complessa opera sartoriale, realizzata grazie alla collaborazione di Azedine Alaia, che trasforma un’opera bidimensionale in un capolavoro a tre dimensioni.

Gli abiti non sono stampati ma tagliati in tessuti già tinti: ogni colore dell’abito è una diversa parte di tessuto. Le linee sembrano unirsi senza cuciture perchè lo stilista francese riesce a integrare linee e cuciture, rendendo queste ultime invisibili. Il peso e la forma del tessuto – un jersey di lana della maison Racine – fanno cadere l’abito dritto, senza pieghe o movimenti, senza intaccare dunque l’effetto di semplicità ed esaltando lo spirito modernista della collezione e della pittura di Mondrian. Il risultato finale appare disarmante nella sua semplicità ma dietro c’è tantissimo lavoro, studio, padronanza di tecniche di alta moda e di sartoria complesse e innovative.

L’outfit della sfilata è completato da décolleté nere, caratterizzate sempre da linee geometriche, con tacchi bassi e fibbie metalliche, create da Roger Vivier e destinate a diventare un’altra icona della moda.

Oggi l’abito Mondrian occupa un posto d’onore nelle più importanti collezioni museali di Moda, tra gli altri al Metropolitan Museum di new York, al Victoria and Albert Museum di Londra, al Rijksmuseum di Amsterdam.

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Fonte Musee YSL Paris

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